sabato 12 dicembre 2009

I riti d'ingresso (Prima riunione)


Riti d’ingresso

I riti che precedono la Liturgia della Parola, cioè l'introito, il saluto, l'atto penitenziale, il Kyrie eleison, il Gloria e l'orazione di colletta, hanno un carattere di inizio, di introduzione e di preparazione. Scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l'eucaristia.

La celebrazione Eucaristica si pensa inizi nel momento in cui il Presbitero accede all’altare. In realtà il momento d’inizio della celebrazione coincide con la decisione di rispondere alla chiamata del Signore che invita alla sua Mensa. Chiamata che si manifesta nell’invito della Comunità che si raduna da ogni parte per accedere al Pane e al Vino.
Questo implica subito che la preparazione all’incontro con il Padre che ci raduna intorno al Cristo, deve essere un momento fondamentale, importante, che si può estendere a tutta la settimana con un ascolto delle Scritture domenicali che in qualche modo nutra l’attesa. La celebrazione, infatti, piuttosto che un momento legato al “dovere”, era percepita dai primi cristiani (e così dovrebbe essere per noi) come l’importante incontro con chi, salvandoci, ci ha dato accesso al Regno e ci nutre per darci la forza di camminare verso il Cielo.

Il fatto di radunarsi nel “giorno del Signore”, è inoltre parte della Rivelazione biblica, poiché già l’Apocalisse riporta, in modo tecnico, questa dicitura riferendola a quella che sarebbe divenuta la domenica, vissuta sin dall’inizio come momento centrale di rinnovamento e di nuova effusione dello Spirito.

Ecco come il Messale esplicita l’inizio del rito della celebrazione Eucaristica:

Quando il popolo si è radunato:, il sacerdote con i ministri si reca all’altare; intanto si esegue il CANTO D’INGRESSO.

Giunto all’altare,il sacerdote con i ministri fa la debita riverenza, bacia l’altare in segno di venerazione ed eventualmente lo incensa. Poi, con i ministri si reca alla sede.

Terminato il canto d’ingresso, sacerdote e fedeli, in piedi, fanno il SEGNO DELLA CROCE.

Il sacerdote dice:

Nel nome del Padre del Figlio
e dello Spirito Santo.

Il popolo risponde: Amen.

Quando il popolo si è radunato: come si nota, il Messale sembra proprio indicare che la celebrazione stessa inizi non nel momento in cui il Presbitero avanza verso l’altare, ma precedentemente, perfino prima del raduno del popolo di Dio, cioè in quel rispondere alla chiamata del Padre della quale parlavamo.

il sacerdote con i ministri si reca all’altare; intanto si esegue il CANTO D’INGRESSO: Il canto è da sempre stato fondamentale nella celebrazione. Già il popolo ebraico, salendo verso Gerusalemme e verso il Tempio, cantava degli inni ascensionali, unendo al movimento fisico del salire, quello spirituale dell’incontro con Dio. Si noti inoltre come la Celebrazione non è legata alla singola figura presbiterale, ma presuppone la presenza di altri Ministri (lettori, accoliti, diaconi, ecc…).

Giunto all’altare, il sacerdote con i ministri fa la debita riverenza, bacia l’altare in segno di venerazione ed eventualmente lo incensa: l’altare è un luogo fondamentale per la celebrazione Eucaristica, poiché rappresenta Cristo stesso, il quale è dinanzi al Padre, contemporaneamente Mensa e Sacrificio. Per tale motivo l’altare può essere incensato e viene baciato. In questo senso esso non ha più la funzione che aveva (e che ha) nelle altre Religioni (luogo dove si compie il sacrificio, finalizzato ad ingraziarsi la divinità), ma è segno ed immagine di una persona vivente, ovvero il Cristo e del suo dono d’Amore. Per tale motivo tutti si rivolgono verso di esso, poiché è il luogo centrale della celebrazione.

Poi, con i ministri si reca alla sede: E’ importante rilevare che il secondo luogo fondamentale durante la celebrazione è il luogo della sede, della presidenza, poiché se è vero che nella comunità cristiana, ciò che unisce tutti i credenti è il comune Battesimo, è pur vero che nella celebrazione eucaristica a qualcuno è affidato il servizio della presidenza, cioè il ministero di ordinare la preghiera comune e di guidarla, perché ogni cosa avvenga in modo degno e “bello”.


Terminato il canto d’ingresso, sacerdote e fedeli, in piedi, fanno il SEGNO DELLA CROCE: Il segno della Croce è l’inizio del rito vero e proprio. Qualsiasi preghiera cristiana non può che iniziare in questo segno, attraverso il quale si celebra la fede nella Trinità e nella salvezza operata dal Cristo attraverso la Croce. Il popolo di Dio si ritrova in piedi, a testa alta, dinanzi al proprio Dio, non per superbia, ma poiché riconosce la dignità alla quale è chiamato, dignità acquistata dal sangue stesso del Signore. La risposta, Amen, vuol dire “Sì, lo credo, è vero”, dunque la celebrazione eucaristica inizia con un atto di fede fondamentale che tutta la comunità leva al suo Signore.

Segue il SALUTO, che il sacerdote rivolge al popolo allargando le braccia e dicendo:

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi. Cfr 2Cor 13,13

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

Oppure:
La grazia e la pace
di Dio nostro Padre
e del Signore nostro Gesù Cristo
sia con tutti voi. Cfr 1Cor 1,3

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.
Oppure: Benedetto nei secoli il Signore.

Oppure:
Il Signore sia con voi.

Il vescovo dice: La pace sia con voi.
Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

* Oppure:
Il Signore, che guida i nostri cuori
nell’amore e nella pazienza di Cristo,
sia con tutti voi Cfr 2 Ts 3,5

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

* Oppure:
Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia
e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo,
sia con tutti voi. Cfr Rm 15,13

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

* Oppure:
La pace, la carità e la fede
da parte di Dio Padre
e del Signore nostro Gesù Cristo
sia con tutti voi. Cfr Ef 6,23

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.


* Oppure:
Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre
mediante la santificazione dello Spirito
per obbedire a Gesù Cristo
e per essere aspersi del suo sangue,
grazia e pace in abbondanza a tutti voi. Cfr 1Pt 1, 1-2

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.


Il sacerdote, o il diacono, o un altro ministro idoneo, può fare una brevissima presentazione della Messa del giorno.


A tale inizio, segue il saluto tra il celebrante e l’Assemblea, attraverso il quale inizia il dialogo che si prolungherà per tutta la celebrazione. Essa, infatti, non è il monologo di un singolo dinanzi al Signore (come il sacerdote, ad esempio, di molte religioni antiche), ma il dialogo tra tutto il popolo ed il suo Dio, che si manifesta attraverso le Scritture e la condivisione della Mensa.

Il saluto è sempre generato dalla Sacra Scrittura, sono sempre passi del Nuovo Testamento, al quale il popolo risponde, ancora una volta con l’Amen, poiché il loro contenuto è generalmente trinitario. Tale composizione del saluto è un’attestazione della fede della comunità nel mistero della Trinità sin dalle origini ed immette il popolo santo, radunato presso la Mensa, in quel circuito d’amore che è al fondamento della fede cristiana e della totale donazione del Cristo.

Questo inizio è importante anche per la nostra preghiera personale, poiché ci aiuta a comprendere in quale modo abbiamo a presentarci presso il Trono di Dio. La preghiera va preparata con l’atteggiamento di chi sa da un lato chi l’ha chiamato e dall’altro quale sia la propria dignità di salvato. La preghiera cristiana è l’incontro di tali due realtà (umana e divina) che non si fronteggiano, ma si cercano e si sposano, nella carne del Cristo, in modo indivisibile.

La presentazione della liturgia eucaristica deve essere breve, poiché i cristiani non sono chiamati ad ascoltare parole, ma la Parola, sarebbe necessario perciò delimitare banali inventive, preparandosi piuttosto a quello che è il senso della celebrazione.

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